La torre, a sezione quadrangolare, venne innalzata nel 1140 per volontà dei Consoli di Pistoia. Essa rappresenta l’ unico elemento sopravvissuto della rocca più antica del XII secolo, innalzata a presidio del valico che separava il territorio pistoiese da quello lucchese. L’ imponente porta che permette oggi l’ accesso alla rocca è la porta della Castellina, già indicata negli Statuti del XII secolo.
La rocca vecchia era delimitata da un muro di cinta e si accedeva al suo interno attraverso due porte disposte l’ una di fronte l’ altra presso gli spigoli nord ed est. Al centro è conservata la torre, nota come torre ‘del Barbarossa’ (in precedenza ‘torre longobarda’) : non conosciamo i motivi di tale denominazione, visto che attualmente non esiste alcun cenno storico che la metta in collegamento con Federico il ‘Barbarossa’. Essa si eleva per oltre 40 metri sul punto più alto del colle e permetteva di controllare dalla sua cima la vallata fino a Firenze e tutta la pianura della Valdinievole, fino a Lucca e al mare, e di comunicare con le altre torri limitrofe (Monsummano Alto, Montecatini Alto, Castellina e Vinacciano) attraverso segnalazioni luminose. La porta d’ ingresso si trova a 5,20 m di altezza da terra.
Interessanti sono le disposizioni che ne regolavano la sorveglianza contenute negli Statuti del XII secolo e che sottolineano l’ importanza della funzione di mastio e di guardia svolta dalla torre: il custode preposto alla sua sorveglianza era scelto tra i cittadini pistoiesi di censo piuttosto elevato e, durante i quattro mesi del suo incarico, non poteva uscire dalla torre. La porta veniva infatti sbarrata dall’ esterno e nessuna costruzione poteva essere costruita nello spazio circostante compreso tra la Porta della Castellina e la casa del comune.