La Madonna col Bambino in gloria e i Santi Lorenzo, Giacomo, Michele Arcangelo , Giovanni Battista, Filippo, Antonio Abate

Il dipinto collocato dietro all’altare maggiore della chiesa dei Ss.Filippo e Giacomo di Castellina è di particolare interesse per l’iscrizione presente sulla graticola, simbolo dei martirio di S.Lorenzo: Giovanni di Antonio Mencarelli fecit sua pietate; Alessius Gemignani fecit A.D. 1628. Il committente, grazie alla cui pietà possiamo oggi ammirare l’opera, fece collocare ai piedi della Vergine assisa fra le nuvole, i due santi titolari dell’edificio sacro, Filippo e Giacomo, nonchè i Santi corrispondenti al proprio nome e a quello dei padre, Giovanni e Antonio. Il gruppo è completato dal giovane S.Lorenzo e da S.Michele Arcangelo, che possiamo collegare ad un’antica devozione locale, appartenendo la primitiva chiesa allo scomparso plebato di S.Michele a Caloria. Autore dell’opera è Alessio Gemignani, padre dei più famoso Giacinto, la cui bottega fu particolarmente attiva nel pistoiese soprattutto nei primi tre decenni dei sec. XVII. Il suo catalogo, che comprende dipinti su tela ed affreschi, va crescendo con il graduale recupero dei patrimonio dei territorio, in quanto varie opere restaurate ci riconsegnano la chiara lettura dei suoi modi espressivi, facilmente riconoscibili, nonché spesso la sua firma, che soleva apporre a conclusione dei lavoro. Ignorato completamente o poco considerato dagli studi, fino a qualche decennio fa, il
 
profilo critico dell’artista è stato negli ultimi anni attentamente ricostruito (F. Falietti e P. Cappellini in “Chiostri seicenteschi a Pistoia”, Pistoia 1992, pp 185-88 e pp. 179-184), consegnandoci l’immagine di un pittore formatosi in ambito pistoiese, che filtrò sempre le novità, come quelle provenienti dalla vicina Firenze, attraverso una sensibilità rigorosa, attenta a mantenere la sua pittura all’interno di canoni definiti e tradizionali, consoni all’ambiente di provincia in cui operava. Il dipinto di Castellina, fornendoci l’indicazione della data di realizzazione, consente di fare degli utili confronti con opere dello stesso arco di tempo (come il “S.Carlo Borromeo” di S.Pietro in Vincio datato 1628; “Angeli e Santi” in S.Bartolomeo di Cutigliano e Dio Padre, “Angeli e Santi” nel Seminario Vescovile di Pistoia, riferiti da F.Falietti allo stesso periodo), che risulta uno dei più felici della sua produzione. La tendenza ad una certa rigidità delle figure, tipica di Alessio, viene nel nostro dipinto alleggerita grazie ai colori vivaci, alla descrizione attenta dei dettagli, come la dalmatica di S.Lorenzo o gli attributi iconografici di S.Michele,in un’atmosfera generale, colloquiale e domestica, sulla quale campeggia la dolce e malinconica Madonna.