Oratorio della Vergine Assunta

L’oratorio è una piccola aula dalla semplice pianta rettangolare sulle cui pareti si dipana un importante ciclo di pitture ad affresco. L’ edificio, noto si dai primi del novecento, ha ospitato sino a pochi anni or sono un abitazione civile. Acquistato quindi dall’ Amministrazione Comunale è stato interessato da un accurata campagna di restauro conclusasi nel giugno del 1997 che ha restituito al piccolo volume l’originario assetto planimetrico, nonché, con l’ impiego di materiali scelti, il prestigio consono al suo significato artistico. Il restauro delle pareti affrescate ha recuperato gli affreschi nascosti da molteplici strati di intonaco, quindi consolidato la superficie pittorica compromessa da lunghi anni di incuria.

 
Parete di ingresso
Le pitture, eseguite tra la fine del XIV secolo e i primi anni del secolo successivo, documentano la presenza di artisti di alto livello qualitativo che si accinsero ad affrescare sulle pareti dell’oratorio il Giudizio Universale, le Storie della Passione di Cristo e, sulla parete d’ingresso (sinopia), l’Assunzione di Maria. La sinopia, sebbene molto lacunosa, e alla quale non fece seguito l’affresco, sembra raffigurare una Dormitio Virginis sovrastata dall’Assunzione, secondo il più diffuso schema iconografico che vedeva gli apostoli attorniare il letto funebre, mentre in alto Maria sale al cielo. La parete di destra è interamente occupata dal Giudizio Finale, molto ben conservato nei tratti superstiti mentre purtroppo è andata perduta la porzione centrale dove era raffigurato Cristo (se ne intravede la sinopia).

 
La Crocefissione
L’opera testimonia l’intervento di un Maestro di alto livello, che occupa un posto di rilievo nel più generale panorama della pittura pistoiese dell’ultimo Trecento. L’affresco raffigura in alto Cristo e la Vergine Maria attorniati dagli angeli con i simboli della Passione, nella fascia mediana gli apostoli e in basso scene dal Giudizio con alla sinistra di Cristo i dannati respinti dalla spada dell’arcangelo Michele. Un secondo Maestro dipinse la Crocefissione, che occupa la parete di fondo (in basso si scorgono ancora i pinnacoli di quella che doveva essere una cornice dipinta per accogliere la pala dell’altare), e sulla parete orientale, le tre scene della Passione, delle quali la prima rappresenta Gesù nell’orto dei Getzemani, la seconda, molto lacunosa, la Flagellazione, e l’ultima infine la Salita al Calvario.